Il body painting è una forma di body art in cui a differenza del tatuaggio o di altre forme di body art, la durata è temporanea o minima. Il tempo di permanenza varia da qualche ora a qualche giorno, dunque il body painting trova come suoi partner la fotografia, per immortalare l’opera, e l’esibizione. Le origini di quest’arte risalgono al 60.000 a.C. grazie agli aborigeni australiani, che erano infatti soliti dipingersi cicatrici sul corpo.Il popolo che fece del body painting una vera e propria cultura fu quello degli egizi. Essi utilizzavano la pittura corporea sia per i vivi che per i defunti.
Le donne, nella vita quotidiana, dipingevano la linea inferiore dell’occhio di verde, colore a base di malachite, mentre palpebre, ciglia e sopracciglia, erano marcati col carbone. Questi colori si presentavano in polvere e venivano poi diluiti con l’acqua. In seguito anche il Giappone farà un grande utilizzo del body painting, sia per celebrare festività, sia per compiere rituali, che per distinguere le genti delle diverse classi sociali. Quest’ultima pratica viene abolita nel
1847.
Le pitture corporali oltre che abbellire il corpo, avevano significati religiosi, cerimoniali ed intimidatori. Ogni singolo colore veniva associato ad un valore:
- Il rosso era sinonimo di coraggio, era il colore del sangue versato in battaglia, ma anche di passione;
- Il nero simboleggiava il mistero;
- Il bianco voleva sottolineare la purezza, ed era il colore delle nuvole;
- Il viola era un’esclusiva dei sovrani e simboleggiava la supremazia;
- Il giallo era il colore dei giovani e indicava intelligenza e speranza;
- Il grigio era il colore degli anziani, sinonimo dunque di saggezza e dignità